Ce quatrième CD, « Se non ci conoscete » a été enregistré à l’occasion des 15 ans de la chorale. Les chansons proposées, sont tirées du répertoire de chants traditionnels italiens : la bella Gigogin, célèbre chanson du Risorgimento, ouvre la voie, suivie par un éventail de chants très populaires (La mamma di Rosina, O cel biel cjs’cjel a Udin), ceux des mondine, les femmes qui travaillaient dans les rizières (Saluteremo, Se non ci conoscete), de l’émigration italienne (30 giorni, Quando l’alber comincia a fiorire… ), des chasseurs alpins (il Ponte di Bassano, Aprite le porte), et de la chanson des anarchistes Addio Lugano. Puis, dans un registre différent, une berceuse très populaire en Italie, Ninna Oh. Enfin, faisant écho à la première chanson, le CD se termine par Garibaldi fu ferito, en évocation à l’Unité de l’Italie.

La Bella Gigogin 

Rataplan! Tamburo io sento
che mi chiama alla bandiera.
Oh che gioia, oh che contento
io vado a guerreggiar.
Rataplan! Non ho paura
delle trombe e dei cannoni,
io vado alla ventura
sarà poi quel che sarà.

E la bella Gigogin col tramilerilelà
la va a spass col so spincin
col tramilerilelà.

A quindici anni facevo all’amore
daghela avanti un passo
delizia del mio cuore;
a sedici anni ho preso marito,
daghela avanti un passo
delizia del mio cuore;
a diciassette mi sono spartita
daghela avanti un passo
delizia del mio cuore;

La ven, la ven, la ven alla finestra
l’è tu, l’è tu, l’è tutta inzipriada,
la dis, la dis, la dis che l’è malada
per non, per non, per non mangiar polenta
bisò, bisò, bisogna aver pazienza
lassà, lassà, lassala maridà.

E la bella Gigogin col tramilerilelà
la va a spass col so spincin col tramilerilelà.


Quando saremo in Merica

(canto dell’emigrazione del Trentino Alto Adige-Südtirol)

Quando saremo in Merica 
la terra ritrovata, 
noi ghe darem la zapa… 
noi ghe darem la zapa… 

Quando saremo in Merica 
la terra ritrovata, 
noi ghe darem la zapa 
ai siori del Trentin!


Addio Lugano bella

(canto degli anarchici)

Addio, Lugano bella, 
o dolce terra pia, 
scacciati senza colpa
gli anarchici van via, 
e partono cantando 
colla speranza in cor. 

Ed è per voi sfruttati, 
per voi lavoratori, 
che siamo ammanettati 
al par dei malfattori, 
eppur la nostra idea 
è solo idea d’amor. 

Anonimi compagni, 
amici che restate, 
le verità sociali 
da forti propagate, 
e questa è la vendetta 
che noi vi domandiam. 

Ma tu che ci discacci 
con una vil menzogna, 
repubblica borghese, 
un dì ne avrai vergogna, 
ed ora t’accusiamo 
in faccia all’avvenir. 

Scacciati senza tregua, 
andrem di terra in terra, 
a predicar la pace 
ed a bandir la guerra, 
la pace tra gli oppressi, 
la guerra agli oppressor. 

Elvezia, il tuo governo 
schiavo d’altrui si rende, 
di un popolo gagliardo 
le tradizioni offende, 
e insulta la leggenda 
del tuo Gugielmo Tell. 

Addio, cari compagni, 
amici luganesi, 
addio, bianche di neve 
montagne ticinesi, 
i cavalieri erranti 
son trascinati al nord. 


La mamma di Rosina  

La mamma di Rosina era gelosa 
(bim bum bam per favore Rosina dammelo un bel bacin) 
nemmeno alla fontana 
con gli occhi bianchi e neri 
nemmeno alla fontana la mandava. 

Un giorno la Rosina va al mulino 
(bim bum bam per favore Rosina dammelo un bel bacin ) 
la va per macinare 
con gli occhi bianchi e neri 
la va per macinar farina fina.

 Fa’ veglia molinaro che l’è giorno! 
 (bim bum bam per favore Rosina dammelo un bel bacin) 
 son qui da stamattina 
 con gli occhi bianchi e neri 
 son qui da stamattina ad aspettare. 

 Ma cosa t’è successo, mia Rosina? 
 (bim bum bam per favore Rosina dammelo un bel bacin) 
 Oh mamma non guardarmi 
 con gli occhi bianchi e neri 
 lo sai: chi va al mulino s’infarina.  


Vuoi tu venir in Merica

Vuoi tu venir, Giulietta?
Vuoi tu venire con me?
Vuoi tu venir in Merica?
Vuoi tu venir in Merica?

Vuoi tu venir Giulietta
vuoi tu venire con me
vuoi tu venir in Merica
a travagliare con me.

Mi sì che vegniria
se ‘l fus da chi a Milan,
ma per andare in Merica
ma per andare in Merica
Mi sì che vegniria
se ‘l fus da chi a Milan,
ma per andare in Merica
l’è massa via lontan 
l’è massa via lontan!


Oh ce bjel cjs’cjel a Udin 

(canto popolare del Friuli) 

Oh ce biel, oh ce biel cjs’cièl a Udin, 
oh ce biel, oh ce biel cjs’cièl a Udin, 
oh ce biel cjscièl a Udin, 
oh ce biela zoventut. 
oh ce biel cjscièl a Udin, 
oh ce biela zoventut.

Zoventut, zoventut come a Udin,
zoventut come a Udin,
zoventut come a Udin, 
no si ‘n cjate in nissun lûc.  
zoventut come a Udin, 
no si ‘n cjate in nissun lûc.


Se non ci conoscete

Se non ci conoscete guardateci nel viso
Noi siamo rovigotte donateci un sorriso
Dai dai dai sempre avanti indietro mai

Se non ci conoscete guardateci nel petto
Noi siamo da Rovigo vogliamo aver rispetto
Dai dai dai sempre avanti indietro mai

Se non ci conoscete guardate la cintura
Noi siamo da Rovigo e non abbiam paura
Dai dai dai sempre avanti indietro mai

Se non ci conoscete guardateci negli occhi
Noi siamo da Rovigo ne piase i giovanotti
Dai dai dai sempre avanti indietro mai
Dai dai dai sempre avanti indietro mai


Aprite le porte

Aprite le porte 
Che passano, che passano, 
aprite le porte 
che passano i baldi alpin. 

Come la marcia ben 
La banda, la banda, 
come la marcia ben 
la banda, la banda, 
come la marcia ben 
la banda, la banda, 
come la marcia ben 
la banda degli alpin.


Quando l’alber comincia a fiorire 

Quando l’alber comincia a fiorire
La primavera sta per partire
Amante mio tu mi lasci sola
Amante mio tu mi lasci sola
Quando l’alber comincia a fiorire
La primavera sta per partire
Amante mio tu mi lasci sola
E Dio sa quando ritornerà.

Quando sarai via nell’America
Tu sposerai un’americana
Non penserai più di me italiana
Non penserai più di me italiana.
Quando sarai via nell’America
Tu sposerai un’americana
Non penserai più di me italiana
E dell’amore che ti ho portà.

E maledetta ne sia la macchina
Il macchinista e la ferrovia
Che m’han rubato l’amante mio
Che m’han rubato l’amante mio.
E maledetta ne sia la macchina
Il macchinista e la ferrovia
Che m’han rubato l’amante mio
E chissà mai se ritornerà!
E chissà mai se ritornerà!


Saluteremo il signor padrone

Saluteremo il signor padrone 
per il male che ci ha fatto, 
che ci ha sempre maltrattato 
fino all’ultimo momen’. 

Saluteremo il signor padrone 
con la so’ risera neta 
pochi soldi in la cassetta 
e i debit da pagar. 

Macchinìsta, macchinista faccia sporca 
metti l’olio nei stantufi, 
di risaia siamo stufi, 
di risaia siamo stufi. 
Macchinista, macchinista faccia sporca 
metti l’olio nei stantufi, 
di risaia siamo stufi 
e a casa nostra vogliamo andar. 

Con un piede, con un piede sulla staffa 
e quell’altro sul vagone, 
ti saluto cappellone, 
ti saluto cappellone. 
Con un piede, con un piede sulla staffa 
e quell’altro sul vagone, 
ti saluto cappellone, 
a casa nostra vogliamo andar.


Tira la cinghia

Tutto aumenta la carne ed il tramway 
Signor padrone tu non ci aumenti mai 
E noi facciamo sempre il tuo interesse 
Tu ci condisci con le tue promesse! 

Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che sempre si ritira 
Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che non si rialza più! 

Ci chiedi spesso di collaborare 
Gli straordinari sempre ci fai fare 
Il tuo lavoro noi facciam di corsa 
Apri un pochino i cordoni della borsa! 

Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che sempre si ritira 
Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che non si rialza più! 

Ci dici sempre di rendere di più 
E ci hai comprato una nuova tuta blu 
Noi lo faremo bene il tuo lavoro 
Sgancia la lira e salva il tuo decoro! 

Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che sempre si ritira 
Tira la cinghia tira, così non può durare 
La colpa è della lira che non si rialza più! 


Ninna oh   

Ninna oh, ninna oh
Questo bambino a chi lo do?
Lo darò all’orso nero
Che se lo tenga un anno intero!

Ninna oh, ninna oh
Questo bambino a chi lo do?
Lo darò alla befana
Che se lo tenga una settimana!

Ninna oh, ninna oh
Questo bambino a chi lo do?
Lo darò alla sua mamma
Che lo metta a far la nanna!

Ninna oh, ninna oh, ninna oh…


Trenta giorni di nave a vapore 

Trenta giorni di nave a vapore 
fino in America ghe  semo arrivati 
fino in America ghe semo arrivati 
no abbiam trovato né paglia  e né fieno 
abbiam dormito sul nudo  terreno 
come le bestie che van a  riposà

America lontana e bella 
Tutti la chiamano l’America sorella 

E l’America l’è lunga e l’è larga 
l’è circondata dai monti e dai piani 
e con l’industria dei nostri italiani 
abbiam formato paesi e città

America lontana e bella 
Tutti la chiamano l’America sorella


Sul ponte di Bassano

Sul ponte di Bassano 
là ci darem la mano 
là ci darem la mano 
ed un bacin d’amor 
ed un bacin d’amor 
ed un bacin d’amor. 

Per un bacin d’amore 
successe tanti guai 
non lo credevo mai 
doverti abbandonar 
doverti abbandonar 
doverti abbandonar. 

Doverti abbandonare 
volerti tanto bene 
è un giro di catene 
che m’incatena il cor 
che m’incatena il cor 
che m’incatena il cor. 

Che m’incatena il cuore 
che m’incatena il fianco 
non posso far di manco 
di piangere e sospirar 
di piangere e sospirar 
di piangere e sospirar.


Garibaldi fu ferito

Garibaldi fu ferito 
fu ferito ad una gamba, 
Garibaldi che comanda 
che comanda i bersaglier ! 

Garibaldi fu ferito 
fu ferito in Aspromonte, 
e lo porta scritto in fronte 
di volersi vendicar !